Calamità, Sifus Confali: “aiuti anche ai braccianti agricoli”

“Il riconoscimento dello stato di calamità nelle aree colpite dalle alluvioni che nei giorni scorsi hanno danneggiato le produzioni agricole di diverse aree del meridione d’Italia, a partire dal Ragusano e Siracusano, deve riguardare, non solo le aziende agricole compromesse, ma anche i braccianti agricoli che vi lavorano e che hanno perduto involontariamente decine e decine di giornate lavorative”. A dichiararlo è il segretario generale del Sifus Confali, Maurizio Grosso, in una lettera inviata al presidente del Consiglio dei Ministri, Giorgia Meloni, al ministro del Lavoro e delle Politiche Sociali, Marina Elvira Calderone e al Ministro dell’Agricoltura e della Sovranità alimentare, Francesco Lollobrigida.

“Nei casi di accertamento di calamità naturali – ha continuato Grosso – in tutta Italia si verifica una grave disparità di trattamento tra le aziende agricole danneggiate e i braccianti agricoli che perdono involontariamente significative giornate di lavoro. Le prime, ricevono un seppur minimo un aiuto, mentre i secondi, ne vengono esclusi”.

“Lo Stato – conclude Grosso – si deve fare carico in questi casi di riconoscere un aiuto anche ai braccianti agricoli e quello più idoneo può essere rappresentato dal riconoscimento, sia dal punto di vista contributivo che assistenziale, delle giornate lavorative dell’anno precedente”.

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